Personaggi illustri

Molti artigiani ed artisti – architetti, imprenditori, impresari, stuccatori, pittori, scultori – partiti dal nostro Comune hanno prestato la loro opera in terra d’Italia, onorando la loro terra d’origine e lasciando tracce preziose del loro passaggio.

Lasciò Torricella ventenne, nel 1710, con la qualifica di “picapiedra” e raggiunse Imola, chiamato dal prozio Domenico Trefogli. Ben presto si fa subito “mastro muratore”, poi “costruttore”, indi “architetto”. Gli vengono attribuite le seguenti opere maggiori: il solenne scalone di Palazzo Machirelli, la nuova facciata del Seminario, lo scalone di Palazzo Dal Pozzo. Non va dimenticato che garantì la fecondissima attività del figlio Cosimo, curando la perfetta riuscita nell’esecuzione dei progetti, fondando col figlio minore l’impresa edilizia con altri Torricellesi: impresa che oggi si chiamerebbe: “Impresa costruzioni e decorazioni Domenico Morelli, figli e associati”.

Considerato uno tra i grandi architetti italiani. Ebbe attività frenetica nel campo professionale e imprenditoriale: costruì più di quaranta chiese tra grandi e piccole, quattordici teatri, archi trionfali, infiniti palazzi, monasteri, orfanotrofi, ospedali, strade, piazze, ponti. Tra le sue opere più famose, la Cattedrale di Imola, il duomo di Macerata e quello di Fermo, la Chiesa di Sant’Agostino a Imola, il palazzo dei principi Braschi-Onesti, il restauro di quello di Ravenna, il teatro di Imola, il palazzo dei Marchesi Anguissola di Piacenza e in seguito quello della casa Borromea.

Figlio di Domenico e fratello di Cosimo. Attivissimo nell’impresa paterna sopraccitata.

Prozio paterno di Domenico Morelli, architetto e stuccatore a Imola, “svicero de Toricela”. Tra le sue opere, la progettazione e la realizzazione del sontuoso scalone d’onore nel Palazzo dei nobili Tozzoni a Imola; la trasformazione completa della Chiesa e del Convento di Santo Stefano, delle suore Clarisse; ebbe l’incarico della sovrintendenza tecnica della chiesa di Santa Maria della Misericordia; nel rifacimento del Palazzo Pubblico di Imola. Di Domenico Trefogli e Felice Magistretti sono tutti gli stucchi della chiesa del Convento di Santo Stefano a Imola; eseguì gli stucchi nella Collegiata di San Francesco di Lugo (Ravenna) in collaborazione “col celebre scultore di Torricella Piermauricio Giabbani, suo cognato.

Scultore ornatista. Dopo gli “studi grammaticali” al Collegio dei Padri Somaschi di Lugano, fu mandato a Milano “a imparare il disegno”. Lasciata Brera (a quei tempi brillava il professor Giocondo Albertolli di Bedano) va a Bologna, presso i suoi parenti di Torricella: Leone Giabbani e Paolo Trefogli. Operò nella sua arte soprattutto prima a Ferrara e poi a Bologna. Adornò i palazzi Cicognara-Massari-Calcagnini, il palazzo Casazza una sala del Quirinale a Roma. Tornato a Bologna eseguì insigni lavori per la Cattedrale: il monumento a Francesco Tinti, quello Fantuzzi, quello Doria-Fieschi quelli del Marchese Beccadelli e dell’Accademico Vavazzoni-Zanotti e via dicendo.

Architetto, cresciuto all’arte alla scuola dei Morelli. L’opera che gli diede maggior lustro è la Chiesa del Carmine a Lugo di Ravenna, seguita dalla coraggiosa novità di concezione e di stile del Teatro Pubblico. Chiamò da Torricella, così come ha fatto il capomastro Magistretti, alcuni familiari: un Domenico Petrocchi e suo figlio Pietro. Nell’impresa Morelli lavorarono moltissimi Torricellesi. Nella costruzione della Cattedrale e Duomo di San Cassiano di Imola (che può essere chiamata “Il Duomo dei Torricellesi”) lavorarono, tra gli altri il capomastro Giovanni Magistretti, nonché gli stuccatori Giandomenico Trefogli e Maurizio Giabbani, Paolo Trefogli e Felice Magistretti (i Magistretti in un primo tempo sono detti “Milanesi”, ma poi si riconosce ch’essi pure erano di Torricella e ne figurano quattro: Felice, Giovanni, Giuseppe e Guglielmo). Famiglia Beltramelli, stuccatori, dal 1679/1733 si espandono per tutto il Piemonte: Pietro e Antonio a Savigliano (Prov. Di Cuneo): Chiesa San Giovanni, altare; Torino, lavorano nel Palazzo Reale.

Stuccatore

Stuccatore, lavora probabilmente a Roma

Nel 1680 è in Ungheria quale tessitore di seta. Tesseva broccati d’oro e d’argento di gran pregio e divenne fornitore della casa imperiale.

Noto autore degli stucchi sulla tomba di Dante a Ravenna. Lasciò alcuni stucchi di sua invenzione nella sua casa di Torricella.

Pittore di paesaggio a Palazzo Reale in Torino.

Capomastro a Palazzo Barolo in Torino.

Nel 1468/1475 appare uno dei maggiori assuntori della rocca di Saturnia: Antonio della Torricella, di Pietro, lavora a Sassoleone, come risulta da un documento: “actum in Castro Sassiglioni presentibus magistro Antonio magistri Petri de la Torrexella, villa Val di Lugano, partibus Mediolani.

Figlio del maestro Sebastiano, da Taverne. Nel 1626 operava in Toscana. Morì agli inizi del marzo 1645.

Anche l’odierna Polonia deve molto agli artisti ticinesi che vi portarono le loro capacità tecniche ed il loro gusto. Tra loro anche alcuni di Torricella.

Giuseppe Simone Bellotti
Originario della Valsolda trasferitosi a Torricella, fu architetto di corte.

Tommaso Bellotti
(1667-1712), figlio di Domenico e fratello di Giuseppe Simone, fu architetto.

Francesco Bellotti
Ingegnere e progettista.

Tra quanti lavorarono soprattutto in patria, nella Valle del Vedeggio, si segnala il capomastro Pietro Petrocchi, attivo sul cantiere della Chiesa parrocchiale di Rivera, progettata dall’architetto Andrea Pedretti di Rivera fra il 1789 e il 1793.